COSA MI ASPETTO DOPO?
PRISON CHRONICLES / 2013 N.10
RB
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Quando tutto questo finirà cosa farò?
Capita spesso di domandar- si cosa ci si aspetta una volta finita quest’“avventura” an- data male, nella quale il più delle volte si cresce in qualche aspetto, ma si arriva sempre, o quasi, al giorno in cui tutto finirà. E poi?
Questo è per molti un enig- ma, soprattutto per chi deve ricominciare da capo tutta la sua vita, perché quando è en- trato ha perso o lasciato tutto alle spalle. Si arriva al fatidi- co giorno di quando si uscirà dalla porta, ma poi?
Tanti non ci pensano: sanno che usciranno e ricomince- ranno come prima, quindi il problema è solo quello di fare meglio e non cadere nelle trappole precedenti.
Altri però ci pensano, spera- no, si domandano cosa pos- sono fare della loro vita senza dover tornare immancabil- mente qui dentro. Ma le pos- sibilità, per la maggior parte di loro, sono poche e le diffi- coltà tante.
Qui ci sono persone con cui parlare di questi problemi, ma per quanto riguarda le soluzioni...poco o niente. Non tutti vogliono tornare a fare quello che li ha portati qui, ma la casa, il lavoro, le compagnie sono le cose più impellenti di chi si trova ad uscire, quando poi non biso- gna ricomporre il rapporto con i famigliari delusi e che non sempre riescono a capi-re o a perdonare. Anzi, poter rientrare nel nucleo familiare diventa la questione più im- portante ed anche la più diffi- cile, tanto che, molto spesso, il fallimento di questo tentati- vo porta a peggiorare lo stato delle cose.
In ogni caso uscire dal carcere non è cosa facile: anche se ci sono persone che non lo am- mettono, ci si porta addosso l’odore della prigione e ci si sente marchiati a fuoco. Non è un caso che, non appena si esce dalla “galera”, chi ha la possibilità va in una sauna o fa un lunghissimo bagno pro- fumato.
E ancora: quasi sempre la maggior parte di quelli che escono ha il problema della casa: non tutti hanno la for- tuna di avere fuori la ragazza o la moglie che mantengono l’abitazione per tutto il tem- po.
A volte c’è la famiglia, ma questo comporta difficoltà maggiori quale il radicale ta- glio con la vita precedente. Solitamente si è pressati dai familiari al punto, che si pre- ferisce tornare alle “origini”, per poi finire nuovamente “ alla base”.
Superato il difficile scalino dell’abitazione, e quasi sem- pre si finisce in case famiglia o strutture apposite, viene il problema del lavoro.
Anche questo non è semplice, soprattutto in questo perio- do e con il nostro passato: si può ritenere fortunato chi ha imparato un mestiere da gio- vane, oppure chi riprende il lavoro precedente. Ma in linea di massima si finisce in coope- rative che pagano a fine delle ore dello stage, e quindi dopo mesi.
Ma nel frattempo?
Come si fa a vivere?
Diventa anche quello un pro- blema che spesso finisce con traffici qua e là, nella speranza che “tutto vada bene”.
In definitiva, una persona che esce dal carcere, ha poche spe- ranze di vedere realizzati i suoi sogni, se ne ha.
Le speranze, i sogni e tutto quello cui si aspira finiscono quasi sempre in un bicchiere d’acqua (quando non di vino) e ci si contenta di quel che viene. Vedo molto difficile uscire e realizzare quello che ci si pro- pone, uscire e riuscire a stare nella via “retta” senza affon- dare le mani nelle vecchie co- noscenze che “aiutano” sem- pre a tirare avanti.
Diversa la situazione è quella di chi inizia un percorso tera- peutico, o simile, in cui viene accompagnato fino in fondo e riesce così a realizzare quel che desidera.
Ma questa è un’altra storia!
RORHOF