PRISON CHRONICLES / 2008 N.4
CUCINARE IN CARCERE
Paolo F.
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La vita in carcere… non ci sono parole per farvi capire com’è veramente. Non bastano delle parole per descriverla. Non basta un bel disegno per raffigurarla. Bisogna provarla di persona. Non vuole essere un invito a provarla, intendiamoci. Sono qui per cercare di farvi capire il meglio possibile come funziona qui.
Oggi vi parlo del cucinare in una cella del carcere.
Innanzitutto non esiste una cucina nelle celle, per cui dobbiamo iniziare dall’attrezzarne una o un qualcosa che ci assomigli: Il lavandino c’è, lo stesso che utilizziamo per lavarci. I fornelli li possiamo acquistare nella spesa, quelli piccoli da campeggio con le cartucce di gas intercambiabili. Costano 16,65 euro l’uno più 1,32 euro ogni bomboletta di gas. Ecco il primo problema: Non tutti possono economicamente permettersi di acquistarli.
Un fornello va bene per farsi una moka di cafè, o scaldarsi un po’ di latte. Per portare a ebollizione una pentola d’acqua per la pasta, ce ne vogliono almeno tre contemporaneamente.
Ci sono celle dove si cucina anche per dieci persone.
Un altro problema è la stabilità del fornello. Mi è capitato più di una volta che mescolando o versando qualcosa nella pentola, questa si ribaltasse. La base del fornello ha diametro 9 cm, mentre le padelle raggiungono anche i 30 cm. Se poi nella pentola c’è acqua o olio bollente,… allora si che sono dolori. Le bombolette di gas si scaricano sempre nella fase più critica della cottura. Togli la pentola.
Prendi il fornello e svita senza scottarti la parte superiore (la bombola sfi ata le rimanenze di gas). Prendi la bombola nuova e avvita il tutt o sempre evitando di ustionarti. Non eseguire l’operazione vicino a fiamme accese! Qualcuno ci ha provato lo stesso ed i risultati è meglio che non li dica.
Per tagliare qualsiasi alimento abbiamo i coltelli di plastica da pic-nic. Avete mai provato a preparare un soff ritt o di carota, sedano e cipolla con un coltello di plastica? Provateci, è un’esperienza di vita. Eppure con un po’ di pratica ci prepariamo la pizza o una torta in padella (della tecnica usata ne parleremo più avanti). Quando ero a casa non avevo mai pensato a quanto è utile un forno o quanto ci limiterebbe il non averlo. Quando da giovane andavo in campeggio alle prime armi mi succedeva di butt are via quello che cucinavo. Qui ho imparato a sfrutt are al massimo le potenzialità di un fornello da campeggio e ne sono orgoglioso quando con taaaanta pazienza mi preparo una parmigiana di melanzane o del fegato alla veneziana. La prossima volta vi racconterò delle tradizioni culinarie multi-etniche incontrate qui in carcere, della passione che i carcerati ci mett ono nell’esecuzione di una ricett a e della felicità che ci può dare una buona cena in compagnia. Buone feste a tutti!
Mentre preparate i vostri magnifi ci e profumatissimi manicarett i pensate anche a noi, che le feste le passiamo qui senza cucina.
RORHOF