IL CARCERE E IL TEMPO
PRISON CHRONICLES / 2017
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Il carcere, si sa, non è una cosa ne facile né bella da affrontare, soprattutto da superare. Bisogna sapere che poi ognuno di noi in base all’espe- rienze vissute all’esterno si forma e impara come stare al mondo. Se hai lavoro che ti garantisce di gua- dagnare quello di cui hai bisogno per vivere, mangiare, una casa dove vivere. Con tutte le spese del caso; bollet- te della luce, gas, acqua, immon- dizie ecc ecc senza contare che poi bisogna anche vestirsi un po’ dignitosamente si arriva alla metà del mese che lo stipendio se non è finito ci manca poco e ci si ritrova con un pugno di mosche almeno tu non abbia mamma e papà disposti ad aiutarti economicamente, però non è sem- pre cosi. Ecco perché soprattutto con l’Eu- ro molta gente anche in maniera poco lecita cerca di non farsi man- care nulla, cosi facendo mette a rischio la propria libertà e la tran- quillità-felicità familiare. Nel mio caso ho perso papà nel 2000 un solo anno dopo la nascita di mio figlio S. e la mia mamma nel 2010 a causa di un arresto cardiaco du- rante un intervento chirurgico che doveva essere di routine ma che invece ce l’ha portata via all’età di 69 anni, casualmente la stessa che aveva mio padre quando morì. Insomma per cercare di vivere di- gnitosamente i soldi guadagnati non bastano mai, allora si cercano altre strade per non farsi mancare nulla e così facendo prima o poi le porte del carcere ti si aprono davanti e ti si chiudono dietro le spalle ed entri in un mondo dove tutto è difficile da affrontare perché sei controllato a vista al personale di Polizia Penitenziaria che non sa che potresti essere una buona persona che ha commesso un re- ato solo perché a casa i conti non tornavano e anche se può non es- sere sempre vero, hai sbagliato solo perché tuo figlio e tua moglie avevano bisogno di quello che la- vorando onestamente non potevi dargli. Così ti ritrovi in carcere a pensare a quello che hai combi- nato, a quanto sta soffrendo chi ti vuole bene ed è fuori che ti pensa sempre sperando tu riesca a tene- re duro senza impazzire facendo gesti che comunque ti si possono ritorcere contro. Poter vedere i tuoi cari non è così semplice, se hai un buon avvoca- to che vuole darti una mano e ci riesce presentando al giudice la richiesta per acconsentire ai tuoi cari di poter entrare all’interno della strut- tura per rendersi conto di come tu stia effettivamente ti sono conces- si i colloqui, ma questo non acca- de sempre; se non puoi permetter- ti di pagare l’avvocato per far si che presenti l’ istanza, oppure il giudice per svariati motivi rifiuta la ri- chiesta, tu i tuoi cari non li vedi e questo diventa un altro motivo per soffrire ancora di più di quello che già soffri. Allora IL TEMPO non passa mai, ti sembra che i secondi siano mi- nuti, i minuti ore, le ore giorni e i giorni settimane, una sensazione bruttissima! C’è da dire comunque che in car- cere hai anche qualche cosa da fare, corsi di informatica, di arti- gianato, di disegno quindi se rie- sci ad inserirti in questo contesto il TEMPO passa un po’ più veloce e meglio ma anche per questo devi superare molti scogli (domandine di richiesta), che molte volte non vengono neppure prese in consi-derazione per incuranza di chi se ne occupa però basta insistere, avere pazienza e soprattutto ri- spettare gli agenti di Polizia Peni- tenziaria altrimenti poi veramente non ottieni nulla, fai solo del male a te stesso. Qui poi c’è anche la possibilità di lavorare,anche quello è un buon sistema per uscire dalla monoto- nia della cella, ma anche questo è difficile. Venir inserito nel gruppo dei lavoranti non è facile perché i posti sono pochi. C’è chi lavo- ra all’interno della cucina come aiuto cuoco è cuoco, oppure por- ta vitto, chi fa lo spazzino nelle sezioni carcerarie, chi raccoglie l’immondizia e chi si occupa di far avere i generi alimentari per chi può permettersi di fare la spe- sa, questo è lo spesino. Insomma se vuoi e se riesci puoi, dandoti da fare dimostrare agli agenti che in realtà, anche se sei un uomo che ha sbagliato e sei qua per pagare, hai sempre la tua dignità e quella nessuno può togliertela. Potrei anche raccontare una gior- nata tipo all’interno del carcere. Ci si sveglia piuttosto presto qui, dipende poi da persona a persona, c’è già chi di suo è abituato an- che nella vita normale a svegliar- si presto per impegni lavorativi e questo avviene anche nel carcere quando si sta in cella con altri de- tenuti e si ha l’impegno di ritirare la colazione dal lavorante che si occupa di portare il latte e il caffè. Lo si fa anche per chi magari sta ancora dormendo. Questo avviene circa alle ore 8.15 perché alle 8.00 gli agenti di Polizia Penitenziaria passano cella per cella per la conta: in pratica entrano e verificano che nelle stanze ci siano gli stessi de- tenuti che c’erano il giorno prima. Nel frattempo il carcere si sve- glia, i lavoranti iniziano a fare quello per cui sono preposti e pa- gati. La domenica che è una gior- nata particolare, per la colazione oltre al pane vengono consegnate due crostatine che devo dire è un buon incentivo per incominciare la giornata. Poi via si iniziano ad aprire la celle e le sezioni prendono vita, i detenuti si ritrovano dopo la notte passata rinchiusi;ci si saluta e si parla magari del film visto o della partita trasmessa in tv e si discute su chi meritava di vincere e chi di perdere, cosi arrivano le 9 con l?apertura dell’aria,che consente di uscire a coloro che lo desidera- no nel piazzale adibito al passeg- gio. Se poi fisicamente sei a posto puoi accedere alla palestra dell’i- stituto che però è molto sparta- na, ma visto che siamo in carcere dobbiamo accontentarci. Il pas- seggio è diviso sezione per sezio- ne: se dalle ore 9 alle ore 10 va la seconda sezione alle 10 spetta alla terza il tutto fino alle 11 cir- ca e poi tutti in cella ed i cancelli vengono chiusi fino alle 12 circa per consentire ai detenuti di pran- zare e scambiarsi due parole sulle varie attività o sulle cose accadute durante la mattinata. Dopo di che chi vuole torna al passeggio oppu- re alle diverse attività. Durante la mattinata o nel pome- riggio chi si è iscritto ai corsi di informatica, artigianato, disegno, teatro ecc ha potuto recarsi nei vari laboratori adibiti alle diverse atti- vità. Ci sono poi le giornate dedicate ai colloqui con i familiari che sono cosi strutturate: il martedì è gior- nata fissa per consentire di veder i parenti. Poi una settimana possono entrare il sabato e quella successi- va la domenica. Tutto questo sem- pre che il magistrato competente conceda il permesso al detenuto che tramite il suo avvocato ha pre- sentato istanza per la concessione dei colloqui. Può succedere che il magistrato, per svariati motivi, vieti tale permesso e cosi il detenu- to non può incontrare i suoi cari. Nel mio caso e non chiedetemi il perché, sono qui dal 7 febbraio 2017 e ad oggi 3 marzo 2017 non ho ancora vedere i miei fratelli e sicuramente non per scelta loro. Comunque bisogna tenere duro! Domenica prossima sarà il 5 mar- zo giorno del compleanno di uno dei miei fratelli a cui sono molto legato. Spero di cuore di potergli almeno fare gli auguri personal- mente, se li merita,mi è già sta- to molto vicino nella precedente carcerazione e gliene sono molto riconoscente ancora adesso. La domenica inoltre,per chi vuole (io ad’esempio) c’è la possibilità di partecipare alla santa messa. Si svolge nella cappella che è nella terza sezione evi si accede me- diante un piccolo corridoio. Quel- lo è un momento molto bello che ti fa passare un’oretta in tranquil- lità rilassandosi dove seguendo la messa di Padre Robert Amhof! Ci si concede dei momenti di rifles- sione personale, pensando anco- ra di più ai propri cari che fuori soffrono insieme a noi per questo periodo brutto che anche se di passaggio, ci pesa molto-molto. Per il resto poi la domenica pome- riggio essendo io molto appassionato di calcio avendolo praticato sin da molto piccolo mi sintonizzo sui canali, in realtà su 7gold che si occupa del commento di tutte le partite di calcio e allora il tem- po passa velocissimo, d’altronde quando stai bene le ore volano, viceversa se stai male o la mente è piena di brutti pensieri l’orologio si ferma e il TEMPO non passa più! Per conto mio fare i colloqui con i propri cari e andare a messa la domenica (a me ad esempio una volta per un qui pro quo non mi hanno fatto andare, questo per me è stato fonte di stress) e vedere le partite di calcio in tv sono le cose più belle che posso fare per rilas- sarmi. Cosi facendo la detenzione risulta un po’ meno pesante di quello che potrebbe essere. Ricor- do ancora con amarezza il giorno in cui mi è stato impedito di par- tecipare alla messa, dopo avermi fatto una serie di promesse... Comunque tanto per essere chia- ri è sempre meglio comportarsi bene nella vita cercando di evitare di entrare in carcere cosi non si ri- schia di mettersi nella condizione di crearsi problemi che ti portano solo stress, nervosismo e tutta una serie di situazioni negative. Solo stando lontano da “certe cose” si può vivere in pace con la famiglia. Per quanto riguarda me mi sono ripromesso che se avrò la fortuna di uscirne con una pena abbastan- za breve, saprò tener duro e lotta- re per mio figlio che è la cosa più importante della mia vita e poi di carcere stavolta non ne voglio più sentire parlare. Il TEMPO vissuto in carcere è tempo sprecato, che potrebbe si- curamente essere utilizzato in ma- niera più costruttiva per se stessi e la società.
RORHOF