PRISON CHRONICLES / 2006 I N.0
IL MOMENTO DELLA SCARCERAZIONE
Paolo F
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“…quando ci si lascia alle spalle la porta del carcere, se ne apre un’altra molto più difficile e dura, soprattutto per chi non ha riferimenti dove appoggiarsi, nella fase delicata dell’impatto con la realtà.”
Così mi raccontava un compagno di cella e mi diceva, con la sua lunga esperienza detentiva, che per molti di noi, sarà così al momento della scarcerazione. La gioia della libertà è cancellata dal buio dell’immediato futuro.
Per tanti di noi, ripartire può non essere facile, può significare cominciare dalla strada, mendicare un posto dove dormire, non avere nessuno che fuori ti aspetta, senza famiglia, senza amici.
Sono testimonianze raccolte dal dialogo e dalla corrispondenza con detenuti o ex detenuti conosciuti in questo “purgatorio di anime”, per qualcuno il vero inferno.
Se uno di noi è solo, cosa dovrà fare, quando esce dal carcere?
“Dovrà pur esserci qualcuno che ci da una mano. Dove vado? Come sopravvivo, mentre cerco di sistemarmi?”… ed il cerchio della vita si richiude nel nulla, ti senti solo, abbandonato, emarginato… sei di nuovo qui!!!
Ma anche per quelli che un aiuto lo trovano, non sarà facile reinserirsi, soprattutto nei primi mesi di libertà. Il marchio che ti viene impresso è spesso indelebile, la detenzione non cancella il nostro debito con la società. La condanna ricevuta non è solo la carcerazione, l’umiliazione e la cancellazione della tua dignità. La punizione ricevuta va oltre, per molti è la perdita della famiglia, degli amici, l’azzeramento totale.
La sofferenza che portiamo dentro non la dimenticheremo mai, anche perché acuita dall’indifferenza della società.
La nostra speranza, finita la carcerazione, resta quella di trovare i nostri amici o i nostri cari, perché se fuori non troviamo più nessuno, allora per noi ci sarà un nuovo grande problema.
“Dove sono tutti? Nessuno mi conosce più. I soldi per vivere, dove li trovo? ... in carcere era tutto più facile!!!”.
Parole forti per noi detenuti, indifferenti per chi sta fuori, per chi non può capire.
Mentre siamo in cella, abbiamo tanto, tantissimo tempo per pensare bene a cosa fare in futuro, per non tornare ancora dentro. Ma per buoni che siano i nostri propositi, non abbiamo ancora fatto i conti con la società, l’indifferenza, il rifiuto, l’emarginazione, la discriminazione. Avremo paura ed incertezza per quello che troveremo la fuori.
“Dio aiutaci e stai vicino a noi…” è la preghiera che dentro il nostro cuore ci accompagna, nel varcare la soglia della libertà.
Per poter andare avanti, ci vuole tanta pazienza, umiltà, fortuna ed un po’ di aiuto, ricominciare di nuovo è proprio difficile.
Qualcuno è più fortunato o più positivo. “Sicuramente avrò qualche critica riguardo all’accaduto, ma non importa, perché chi mi ama veramente sarà pronto a girare pagina ed a ricominciare a scrivere su di un nuovo foglio bianco.”.
“La gioia di riacquistare la libertà, mi darà la forza di perdonare chi non è stato vicino a me ed alla mia famiglia, durante questa brutta esperienza.”.
“Non tutti saranno felici, quando tornerò. Bisogna trovare amore per loro e la forza di chiedere perdono.”.
Anche se detenuti, siamo e restiamo degli esseri umani, abbiamo sentimenti, ma questo… non tutti lo sanno.
RORHOF