IN CARCERE A BOLZANO
PRISON CHRONICLES / 2013 N.10
LP
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Il primo è stato un portafogli. Lavoravo in uno di quei posti nei quali la gente lascia le cose incustodite perché tanto nes- suno le ruba. Poi sono passato io. Mi sono detto: “cavolo, in due minuti ho fatto i soldi che farei in due settimane di lavoro!” Mi era sembrato facile. Ov- viamente li ho usati tutti per comprarmi la bamba e in un giorno sono finiti. In quei tempi lavoravo e a parte la passione per le sostanze, ave- vo una vita regolare. Finita la stagione, trovandomi senza lavoro ho cominciato a fare furtarelli. Dopo due anni i miei mi buttarono fuori di casa in pieno inverno, per colpa mia naturalmente, dato che mi rifiutavo di andare a San Patrignano. Ho cominciato a dormire per strada o nella sala d’aspetto della stazione. Un sera arriva un carabiniere mi dice: Ra- gazzo, devi dormire fuori (a -4 gradi) perché la sala d’a- spetto chiude per le lamentele dei viaggiatori. Ho dormito seduto su una panchina sen- za nemmeno una coperta. Alle quattro e mezza mi sve- glia lo stesso brigadiere che mi dice: “ragazzo, vai dentro prima che qualcuno chiami per segnalare un morto sulla panchina”. Stando per strada facevo ancora più furti e ine- vitabilmente mi beccarono! Mi condannarono a 2 anni e 4 mesi. Dopo un po’ finii in carcere, che essendo la prima volta per me fu un’esperienza non delle più belle. Per fortu- na il SERD mi trovò una co- munità a Vicenza e ci andai! Stavo proprio bene, lavoravo e c’era gente tranquilla. Pur- troppo dopo 8 mesi, proprio quando mi stava arrivando l’affidamento ho perso la te- sta e sono scappato e dopo 8 giorni mi arrestarono e mi portarono in carcere a Vicen- za e poi a Bolzano. Adesso sto aspettando di finire la prima condanna e l’evasione. Adesso il carcere l’ho preso in modo diverso.
RORHOF