PRISON CHRONICLES / 2009 N.5
MANI E CUORE
Marco M.
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Guardando uno stuzzicadenti, fino a poco tempo fa, non mi chiedevo a cos’altro potesse servire oltre a ciò a cui è preposto: curarsi i denti: togliere quei fastidiosi pezzetti d’alimenti che si frappongono fra un dente e l’altro, pratica per altro poco elegante, ma senz’altro utile! Ebbene, la realtà carceraria mi ha fatto vedere altro oltre il pezzetto di legno di circa quattro centimetri, punte escluse. Ciò che ho visto creare dagli stuzzicadenti ha dell’incredibile. Certo, qualche carcere l’ho girato, certo, ne avevo sentito parlare, avevo anche visto qualche oggetto fatto con questa tecnica, ma a Bolzano ho visto ben altro. Faccio una premessa: mi considero una persona con tutti i difetti del mondo, ma, a detta di molti, so riconoscere l’armonia, il bello nelle cose e anche oltre le cose, oltre quel che si vede. Ciò per dire in breve che, per impressionarmi ce ne vuole. Ecco, la parola è IMPRESSIONATO per esprimere con esattezza ciò che ho visto fare a R., da noi conosciuto per come ha firmato i più bei disegni sparsi su questi altrimenti desolati muri. Zajo, di lui parlo, a molti dispensa consigli ed insegnamenti. Certo non a tutti vengono subito bene certi lavori, a molti non verranno in una vita e non riusciranno mai a cimentarsi in grosse od articolate composizioni perché per quelle, oltre la tecnica, ci vuole il cuore! Mani e cuore, ok, non tutti possono averli, ma per ciò che riguarda tecnica, approccio, costanza e metodo, ecco, per quello, Zajo c’è sempre. Con più o meno pazienza, con più o meno voglia (alti e bassi comprensibili qui, dove ognuno, ristretto, ha le sue sacrosante giornate no), ma basta prenderlo per il verso giusto e lui c’è! Senza fargli perdere tempo, il lungo interminabile tempo che pure, qui, sembra abbondare! Lui, R., capisce anche il vero e, di conseguenza, chi può o meno seguirlo, senza perderlo quel prezioso tempo. Qui apriamo una parentesi perché, s’è pur vero che molti lavori sono bellissimi, qualcuno potrebbe obiettare: “Cose così se ne vedono, altri ed in altri carceri le fanno, e qui...e lì...” e forse è anche vero, ma invito gli scettici a guardare non il prodotto finito, ma il suo sviluppo dalla nascita. Perché? Perché queste persone lavorano e creano con UN TAGLIAUNGHIE, STUZZICADENTI, CARTA, CARTONE e COLLA VINILICA e...e...e….PUNTO! Questo è il materiale, più mani e cuore ! Sì! Quello che vediamo nelle foto (che non rendono giustizia) è nato SOLO da quanto sopra scritto. Molti di noi hanno potuto vedere personalmente tutto il processo della realizzazione: l’idea, gli inizi, il discuterne, i disegni, i molti sconsolati scuotimenti di testa, il prendere coscienza e capire guardando le misere attrezzature sul tavolo, le molteplici complicazioni man mano sorte, lo sconforto inevitabile. Sì, son contento d’esserci stato. E poi? Forse per lui il suo lavoro è semplicemente una sfida tra la complessità del progetto e la miseria degli attrezzi, ma in me e….credetemi, in molti altri, è stato qualcosa di più: UNO SCHIAFFO FORTE ALLA DIREZIONE!!!! Non sono impazzito e provo a spiegarmi. Dicevamo prima, MANI e CUORE, ricordate? La precisione, la cura dei particolari e quant’altro voi vogliate vedere nelle fotografie ecco, tutto ciò solo con TAGLIAUNGHIE, STUZZICADENTI, CARTA, CARTONE e COLLA-VINILICA. Incredibile vero? Non un piccolo seghetto, non un traforo, un trapano a mano per legno, no sgorbie e scalpelli, morsetti o pialletti, niente di niente, nemmeno qualche attrezzino natalizio per bambini dagli 8 ai 12 anni!!! Mani e Cuore, fantastico. E qui comincia il mio personale giramento di…parti basse connesso al sopracitato “poco interesse della direzione “. Perché, se è vero che in tempi carcerari oscuri (che tutti conosciamo e che sarebbe troppo lungo e fuori contesto trattare ora, ma che mi riprometto di riprendere in altro momento se me ne verrà data l’opportunità ), R. ha una sua funzione d’insegnamento ad altri detenuti (non riconosciuta, ma più volte esibita dalla direzione ), se è vero che chi è occupato con mani e testa è poco indisciplinato, se far star bene le persone, se regala le sue creazioni a chi lo chiede, a chi crede meritevole, se è vero che molta gente lo segue, trovando anche un piccolo senso dove senso ve n’è poco, se è vero, ripeto, che durante le numerose visite esterne da parte di autorità varie è sempre indicato come “il Maestro”, colui che insegna ad altri, se è vero che R. è menzionato sempre come persona da seguire ecc. ecc...perché, quando la cella si richiude, quando gli “Ooooh...!” di meraviglia si spengono, tutto ritorna immobile: un tagliaunghie, stuzzicadenti, carta, cartone e colla vinilica. Allora è tutto fumo negli occhi! Niente, tutto immobile: nessun reale interessamento, nessuna creazione di qualche corso, niente possibilità di un piccolo buco per lavorare, nessun attrezzo! Che tristezza farsi sfuggire una così bella occasione! Poi vedo ancora Zajo piegato sugli stuzzicadenti avanti per la sua strada, più forte di tutti e penso a chi lo segue, ai figli dei tanti detenuti che hanno a casa un oggettino, una cornicetta con la foto, una scatolino o che so io... e spero che non si rompa mai le balle, ma so anche con certezza che un giorno finirà il suo percorsa qua.
Che peccato!
RORHOF