VIVERE IN CARCERE
PRISON CHRONICLES / 2009 N.5
Johan C.
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Ho poco più di vent’anni, una vita particolare, qualcuno direbbe difficile.
Conosco poco, quasi niente, le radici della mia cultura.
Non conosco le storie, i riti, i racconti, le usanze e le credenze che appartenevano ai miei nonni.
Conosco solo la lingua.
Sono in carcere da qualche mese, ma già ne ho viste di tutti i colori: gente che litiga per stupidaggini, per cose senza senso.
Sono in una cella con altre tre persone.
Una cella che potrebbe ospitarne due.
Ho il cesso dietro la schiena, è una cosa impressionante.
Si mangia, si dorme, ci si racconta, ci si lava, si lava la biancheria e si va al cesso sempre in pochi metri quadrati.
Neanche il pudore viene rispettato, figuriamoci la privacy.
Logicamente se sono qua è perché ho sbagliato e quindi devo pagare.
Quando ero fuori pensavo che il carcere servisse a farti capire l’errore che hai fatto, ad insegnarti le regole che qualche volta facciamo fatica a rispettare.
Non è proprio così!
Mi è servito forse a capire che quando sarò fuori di qui, prima di fare un’altra cazzata rifletterò a lungo.
RORHOF